[NEW] [Bingeui-geul di Jimin dei BTS] The Time I Owe You Episodio 4
✎ Autore: fireontherock
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“…In questo modo posso tenerti con me più a lungo.”
La voce di Jimin era bassa, tranquilla e molto sincera.
Sohee riuscì a malapena a liberare il braccio dalla sua presa, con il respiro che le si mozzò in gola.
"Sei pazzo?"
Lui non rispose. Si alzò in piedi in silenzio, senza nemmeno sorridere.
Lui continuava a guardare Sohee con occhi profondi.
"Okay, buonanotte. Domani devo alzarmi presto."
La porta si chiuse e nella stanza rimase solo il silenzio.
Sohee rimase lì a lungo senza dire nulla.
Non riuscivo a capire cosa significasse la parola "catturare"...
"Perché diavolo... sei così gentile con me... anche se sei il figlio dell'organizzazione che ha ucciso i miei genitori... perché...?"
***
Il giorno dopo
Jimin parlava al telefono fin dalla mattina.
Sohee lo guardò da lontano e sistemò i documenti.
La chiamata fu breve e brusca.
“…Se il punto di contatto fosse cambiato, avrebbero dovuto avvisarci prima.
"State cercando di fregarci di proposito?"
Jimin riattaccò il telefono, si premette una mano sulla tempia e aggrottò la fronte.
L'espressione non gli era familiare. Era un'espressione che Sohee non aveva mai visto prima.
"...Cosa c'è che non va? C'è qualcosa che posso fare..."
Sohee chiese con cautela.
Lui rispose.
"La squadra di Hwayang è intervenuta di nuovo. Sembra che abbiano deliberatamente modificato i canali di finanziamento interni."
Sohee si bloccò alla parola "Hwayang".
Quella parola era il nome dell'inferno che era inciso nella sua mente da molto tempo.
“… Hwa...yang?”
"Sì. Conosci quell'organizzazione."
Sohee girò la testa.
Non volevo sentire quel nome dalla sua bocca.
Jimin guardò Sohee per un po' e poi parlò a bassa voce.
"Tutto quello che sai è vero?"
"...Cosa hai detto?"
"Solo. Eri così giovane allora, non so chi ti abbia veramente aiutato,
Hai mai pensato di nuovo a chi ti ha messo in quella situazione?
A quelle parole, Sohee si morse forte le labbra.
"Io... ricordo tutto. Chi ha reso i miei genitori così, chi mi ha messo in questa situazione."
"Sì. Lo sai, vero..."
"Ti odio così tanto che potrei ucciderti. Ma non scapperò. Come una famiglia codarda che non riesce a restituire i soldi, uccide la gente e finge di non sapere... Non lo farò."
Jimin non fece altre domande.
Ma quella breve conversazione durò a lungo.
E stranamente, gli occhi di Jimin sembravano... chiedere scusa.
***
Jimin era seduto sul divano del suo ufficio, immerso nei suoi pensieri.
Poi parlò con Haejin, che era seduto accanto a lui e stava lavorando.
"...Come sta Sohee? Fa quello che le viene detto di fare?"
"Mi sto adattando bene, ma a volte, quando sono imbronciata, non riesco a dire nulla."
"Vedo..."
"Non hai detto niente a Sohee, vero? Dei tuoi genitori."
"Ancora."
"Per quanto tempo ancora continuerai a nasconderlo? Non sa nemmeno che sei il figlio del presidente Yeonseong."
Jimin abbassò la testa.
“…Se dico qualcosa, mi sento come se stessi per crollare.”
"Ma un giorno dovrò dirlo.
"Sai che Hwayang ha ucciso i suoi genitori... e che Yeonseong ha ucciso lei."
"Ho persino pensato di nasconderlo. Avevo paura di finire per vivere una vita di vendetta."
"Non ti piace?"
"Voglio solo esserci per te, non preoccuparti."
Jimin sollevò il suo caffè senza dire una parola.
Ciò che tremava dentro non era liquido, ma emozione.
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